Perchè questo spazio

Esiste una gran quantità di corpi fossilizzati ma non esistono menti fossili ( N. Carr - Internet ci rende stupidi? - Pag. 69) … è da questa frase che voglio partire per riflettere su ciò che in questo periodo la mia mente di immigrata digitale, poco convinta delle sue potenzialità in termini di conoscenza e uso degli strumenti multimediali, ha percepito, tentato di elaborare e rielaborare cercando di comprendere il significato delle lezioni proposte da Prof. Cecchinato nel corso di Tecnologie dei Media Digitali

lunedì 16 gennaio 2012


Dalla pagina privata allo schermo comunitario ….
E' questa la mia idea siamo passati dalla pagina privata del diario allo schermo di tutti ... Quello dei Social Network è sicuramente uno dei temi che durante il corso ha interessato molto … prima di inserire il mio intervento ho letto quelli dei miei compagni perchè mi sentivo un po' fuori posto e ho dovuto riflettere molto prima di rispondere ecco ciò che ho scritto ….
Entro in punta di piedi in questo forum perché la mia conoscenza dei SN è pressoché nulla: non ho un profilo in FB, non conoscevo Twitter fino a quando pochi giorni fa non mi sono letta gli articoli che il prof. ha inserito in rete che ne hanno messo in luce la valenza dal punto di vista formativo riportando appunto i risultati positivi ottenuti in termini di comunicazione e condivisione.
La mia “non partecipazione” non è una precisa scelta di “non partecipare” ad un qualche gruppo perché non ne vedo l’utilità o di sentirmi troppo snob rispetto a questi strumenti di condivisione ritenuti da alcuni “troppo popolari” …. La mia è solo una questione di tempo che in qualche modo dovrei dedicare per riuscire a interagire in modo “proficuo” all’interno di queste comunità virtuali. La mia giornata è “full” …. famiglia, lavoro, università rendono già ben colmo il piccolo spazio del mio quotidiano e io, lasciatemelo dire ancora una volta, sono una persona che ha bisogno di dedicare la giusta attenzione, a volte anche troppa, a ciò che fa … anche nei rapporti “spiccioli” e questo richiede tempo per dare la giusta importanza a ciò che gli altri scrivono, dicono, esprimono e a volte richiedono in termini di amicizia e rapporti personali. Il mio non partecipare non è una risposta al “come salvarsi” la vita, ma il tentativo di non banalizzare quello che molti dei miei compagni hanno detto di positivo rispetto all’utilizzo di un SN …
Spesso a scuola i miei allievi mi chiedono “Prof. l’abbiamo cercata in fb ma non c’è…., perché?” Bella domanda a cui io rispondo: “Siete gentili a cercarmi, significa che in fondo sono un piccolo pezzo della vostra vita… ma cosa pensereste se la Prof. alla vostra richiesta di amicizia vi rispondesse con un rifiuto? Perché in fondo quando voi mi cercate significa che avete qualcosa da dirmi, da mostrarmi…. Ma come faccio a rispondere a tutti? Vorrebbe dire per me trascorrere buona parte del mio tempo attaccata al pc per dare conto a tutti voi …. Impensabile e allora preferisco confrontarmi con voi face to face, apprezzando o meno di me quello che vedete non attraverso uno “strumento” ma rispetto al valore aggiunto che insieme portiamo a casa….”
E per farvi sorridere (ovvio però se siete riusciti a leggere e a resistere fino a qui) vi riporto ciò che Camilla, mia figlia di 14 anni, alla mia domanda di questi giorni “secondo te perché la mamma non si iscrive a Facebook?” mi ha risposto “ma ovvio, mamma …. Tu hai già tanti amici e conosci tante persone, e tutte per un motivo o per un altro ti cercano … non puoi certo sentire il desiderio di iscriverti: la tua vita è già piena così com’è, non credo tu abbia bisogno di Facebook!”. Forse, in fondo, ha ragione ….

Mi sembra importante sottolineare un aspetto a cui ho accennato: i rapporti umani richiedono tempo, attenzione, reciprocità e sensibilità. Dall’ascolto dell’esperienza di amici e allievi che partecipano e utilizzano alcune di queste risorse, nate come strumenti di connessione e di condivisione di contenuti, ho intuito come queste siano state spesso banalizzate diventando il palcoscenico in cui si mettono in pubblica piazza foto, immagini, notizie personali a volte delicate. Per i giovani è quasi d'obbligo partecipare a FB perchè, come dice Carr a pag. 147, "...hanno un tremendo interesse verso ciò che succede ai loro pari associato ad una terribile ansia di rimanere fuori dal giro".  È indubbio il nostro modo di vivere la quotidianità, questa corsa continua contro il tempo ci hanno fatto perdere un po’ il senso dei rapporti di “vicinato” ma nell’uomo c’è un desiderio innato di sentirsi parte di una comunità, di appartenenza che cerca di soddisfare anche attraverso la rete ….
Ma a quale prezzo?
C’è il rischio di lascarsi coinvolgere dalla rete come succede al pesce in quella del pescatore e di rimanerne intrappolati. Certamente nella rete tutti possiamo rimanere intrappolati ed è facile che a cadere siano proprio le persone più indifese (come hanno sottolineato anche alcuni compagni nel forum) mentre invece l’attenzione maggiore del nostro agire deve andare nella direzione del rispetto della diversità, dell’altro, di chi ha meno strumenti per riuscire a comprendere il vero messaggio/contenuto di ciò che legge, vede e sperimenta …

Nessun commento:

Posta un commento