”Non avevo mai pensato alle criticità della rete, la mia conoscenza di immigrato digitale non mi aveva portato a riflettere sul fatto che da quando utilizzo il PC per molte ore al giorno anche il mio modo di pensare e di essere ha subito delle modificazioni. La cosa sorprendente è che fino a non pochi anni fa la frammentazione, lo leggo nel testo di Carr, era riferita al fatto che le diverse tecnologie si sono evolute secondo percorsi diversi portando a una proliferazione di strumenti specifici … lo scopo produttivo dell’industria era frammentare tutto in parti in modo tale da favorirne il consumo".
Ora la frammentazione è riferita al linguaggio, alla modalità attraverso il quale leggiamo nel web: quei famosi link che invitano a scoprire cosa c’è dietro consentono divagazioni, esplorazioni secondo schemi di pensiero anche diversi da quelli da quelli per cui erano stati pensati dall’autore che li ha prodotti. Gli effetti indesiderati? Non è più così immediato riuscire a seguire un unico percorso perché ad ogni click del mouse la mente è sottoposta ad uno stacco per riuscire a mettere a fuoco ciò che si apre nel campo visivo e poi? Ancora un click e uno stacco ulteriore. Gli studiosi nutrono dubbi e perplessità che una tale frammentazione dei contenuti possa essere efficace in quanto lo sforzo cognitivo che viene richiesto in questi continui passaggi/cambi pagina impedirebbe di acquisire in modo stabile nuove conoscenze o, in altre parole, dar luogo ad un apprendimento significativo
…. Ciò che ancor più mi fa riflettere è che questa frammentazione non aiuta nella concentrazione, il contenuto sparso in tante pagine ci fa distrarre: questa cacofonia (pag. 147) manda in cortocircuito il nostro pensiero impedendoci di approfondire e essere creativi. Alcuni miei compagni mettono insieme frammentazione, distrazione e multitasking …. Un nuovo click per accedere ad un link, il lampeggio della posta elettronica, il bit del sms del cellulare, l’immagine che appare a video e …. la nostra mente è presa dall’arrivo di tutti questi messaggi contrastanti, è la rete che cattura la nostra attenzione soltanto per disperderla. Questa frammentazione accompagnata al movimento continuo tra le pagine, indicato con il termine surfing, fa sì che la "lettura" scorra velocemente su contenuti sempre più ristretti e tutto ciò a discapito dell'approfondimento che sarebbe stato alla base delle intenzioni di chi ha ideato l'iprtestualità. Tutto ciò rende il web come luogo di superficialità... e invita ad una pratica sempre più diffusa legata alla frammentazione e alla distrazione quella del multitasking secondo cui le persone mentre guardano la Tv navigano in internet e nel contempo magari anche lo smarthphon. Queste nuove strategie compromettono il normale funzionamento di una mente predisposta all'apprendimento attraverso l'uso del testo lineare come il libro e la stampa come già evidenziato nel post relativo alla neuroplasticità del cervello ....

Nei forum attraverso le sollecitazioni che leggo nei diversi interventi dei miei compagni faccio mie alcune loro riflessioni.....
…. Maria Antonietta e Barbara dicevano che è importante accettare il multitasking come un dato di fatto della modernità/della società di adesso, un cambiamento della mentalità a cui il progresso ci ha in qualche modo ingabbiati per esserne al passo e poter rispondere in modo sempre più adeguato… anche Stefano e Annunziata con il loro pensiero sull’efficacia e efficienza mi hanno fatto riflettere…. Quante volte mentre facciamo qualcosa con il pensiero corriamo a qualcosa d’altro che ci sollecita e a cui sappiamo di dover rispondere, ma quale dei compiti riusciamo a fare bene, forse nessuno dei due o entrambi. Mi fa sorridere Manu perché anch’io come lei mentre mescolo la pentola provvedo a rispondere ai sms o a prendere il telefono per parlare con qualcuno o ad ascoltare le mie figlie che mi chiedono aiuto per i compiti …. E Franco che ci invita a riflettere sul fatto che il multitasking ci consente di ripartire il nostro tempo tra attività diverse e quindi ottimizzare le nostre risorse …. Mariausilia pone l’accento sui giovani, sul loro desiderio compulsivo di essere nella rete come a rincorrere il presente per non lasciarsi sfuggire nulla di ciò che viene loro offerto... niente di più vero se penso che in aula i miei allievi non riescono a “liberarsi” nemmeno per un’ora dal loro cellulare e armeggiano in maniera un po’ goffa per controllare l’arrivo di un sms arrivi e magari anche rispondere ….
Come non condividere tutti questi pensieri che sicuramente rispecchiano ciò che viviamo più o meno consapevolmente … cosa fare? Non è possibile fermare il flusso delle informazioni, questo continuo andirivieni della mente, tutti questi link, sms …. ma c’è il rischio per me che tutto ciò “inibisca la (mia) riflessione e incoraggi un pensiero superficiale” a cui fa da contrappeso il timore di rimanere tagliata fuori, di sembrare un po’ “retrò”. Quella che sto diventando, dice Manu, mi fa un po’ paura e anch’io come Lei sento questa sensazione di non “appartenermi” …. Per me in fondo che sono così “linea
re” ( amo la carta stampata, la penna biro e stampo gli interventi come Annalisa perché la lettura mi consente maggiore concentrazione e ho bisogno di tempo e tranquillità per proseguire piano piano il cammino) il multitasking è proprio un vestito che non è mio ma che porto perché è il tempo in cui vivo che lo richiede, ma di cui faccio volentieri a meno quando non ho l’impegno dello studio,lavoro, ecc…. e riprendo in mano la mia bici o vado nel mio orticello e guardo la bellezza della natura che mi circonda......"
